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The man and "Neverland"

Our life fluctuates in different degrees of intensity and happiness; nonetheless, it is based on the logic and awareness of becoming "grown-ups". 

Professional aspects occupy a large part of our lives and only a few manage to safeguard that "island" of extraordinary importance, where creativity, curiosity and a sincere interest for discovery can survive from the ugliness of daily banality.

Neverland is a metaphor and the photographic journey of Francesco "Gianni" Zappone allows us to explore the path of a man who has decided to live his life with passion, and not simply trying to survive submissively to the concept of "panta rei".

The images remain, as well as the experiences and emotions contained in them. For this reason, the collections presented on the site testify a journey of a search to find moments of sincere intensity.

We all look at the world around us, but not everyone can really see its meaningful moments, and even fewer still are able to capture them. We are talking about an asynchronous concept in the digital world, where the little time spent in analysis and understanding of information, has become ridiculous.

The provocative works of Gianni, by contrast, aim at slowing down our hectic lifestyles, allowing us to enhance and embrace the value of visual experiences. Thanks to his collections, we can discover those moments that surround us, which can be perceived and fully appreciated through the expert eye of a photographer coming from "Neverland".

Born in Italy (L'Aquila 1967), Francesco "Gianni" Zappone grew up in Sicily, and then became a citizen of the world, gaining important life experiences in Nigeria, Algeria, the Philippines and Hong Kong where he currently resides.

 

His humanistic high school education has certainly contributed to forming that substratum at the base of the various heterogeneous developments of interests both in the academic, personal, as well as in the professional field.

 

Special thanks to my friend Massimo Caltagirone for having the patience and kindness to write this presentation.

 

 

L'uomo e "l’isola che non c’è"

Tutti noi abbiamo una vita, più o meno intensa, più o meno felice, ma in ogni caso basata sulla logica e la consapevolezza di essere ormai  diventati “adulti”.

 

Gli aspetti professionali occupano gran parte della nostra vita e solo pochi riescono a salvaguardare quell’isola di straordinaria importanza, dove la creatività, la curiosità e un sincero interesse per la scoperta, possono sopravvivere all’abbrutimento della banalità.

L'isola è una metafora, ma il percorso fotografico di Francesco "Gianni" Zappone ci permette di esplorare con garbo, il percorso di un uomo che ha deciso di vivere con passione la propria vita e non semplicemente sopravvivere assoggettandosi al concetto del “panta rei”.

Le immagini rimangono, così come le esperienze e le emozioni in esse contenute, per questo motivo le raccolte presentate nel sito, sono a testimoniare quei momenti di una ricerca per trovare attimi di sincera intensità.

Tutti guardiamo il mondo che ci circonda, ma non tutti possono davvero vedere e ancora meglio fermare degli attimi significativi. Parliamo di un concetto asincrono nel mondo digitale, in cui i tempi di analisi e lettura delle informazioni che ci pervengono sono divenuti ridicoli.

La provocazione e obiettivo dei lavori di Gianni e’ proprio legata al rallentamento e approfondimento, grazie alla sua opera possiamo avviarci alla scoperta di quei momenti che ci circondano, ma che possono essere raccolti e percepiti appieno grazie all'occhio esperto di un fotografo proveniente dell’isola che non c’è.

Nato in Italia (l'Aquila 1967), Francesco "Gianni" Zappone e' cresciuto in Sicilia, per poi diventare cittadino del mondo maturando importanti esperienze di vita in Nigeria, Algeria, Filippine e a Hong Kong dove attualmente risiede. 

 

La sua formazione umanistica, ha certamente contribuito a formare quel sostrato alla base dei diversi eterogenei sviluppi di interessi sia nel percorso accademico, personale, cosi come in ambito professionale. 

Un ringraziamento speciale al mio amico Massimo Caltagirone per aver avuto la pazienza e la gentilezza di scrivere questa presentazione.

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